Giornata tipo di una dipendente PeopleTakeCare
Cos’è PeopleTakeCare-APS?
PeopleTakeCare è un’Associazione di Promozione Sociale senza scopo di lucro e ha come finalità l’inclusione e l’accoglienza sociale e lavorativa di individui in condizioni di fragilità, nonché il pieno sviluppo del potenziale personale di ciascunә. Ciò avviene anche grazie alla collaborazione con i partner dell’Associazione, ossia istituzioni pubbliche e/o private, enti privati del Terzo Settore e non.
Per entrare nel vivo e nella quotidianità dell’Associazione abbiamo chiesto ad Altea di raccontarci del suo ruolo e della sua esperienza come dipendente di PeopleTakeCare.
1) Puoi parlarci un po’ di te e del tuo ruolo in PeopleTakeCare? Quando hai iniziato a lavorarci e cosa ti ha spinto a farlo?
Mi chiamo Altea e lavoro in PeopleTakeCare-APS da ottobre 2021. Sono una progettista sociale e ciò che mi ha spinto a lavorare in questo ruolo è stata la possibilità di entrare in contatto con le persone in condizioni di fragilità e cercare di trovare, insieme, un modo per stare tutt3 meglio. Per me, infatti, ideare un progetto è visualizzare il futuro così come desideriamo che sia… e poi impegnarsi per far sì che ciò accada. Nel fare ciò, mi occupo anche di ampliare l’ecosistema di partnership di PeopleTakeCare attraverso la sottoscrizione di accordi quadro con istituzioni pubbliche e private. E, partecipando a convegni e tavoli di coprogettazione, coltivo le relazioni esterne dell’Associazione per futuri interventi congiunti. Nel tempo, tra le mie mansioni è rientrata anche quella di curare la comunicazione dell’Associazione, soprattutto verso il resto del mondo attraverso i social network, grazie al lavoro encomiabile di JEMSA, che mette a disposizione un team di consulenti specializzate. Per finire, una volta alla settimana, mi incontro con l3 volontar3 di PeopleTakeCare per lavorare tutt3 insieme all’orto di 1200mq in gestione all’Associazione presso la Tenuta di Castel di Guido, dando proseguimento al progetto “Agricoltura Sociale – Tenuta di Castel di Guido” (2021-2022), realizzato in partnership con l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e l’Istituto di Formazione Cooperativo, con la collaborazione del Ministero della Giustizia e della ASL Roma 1.
2) Con quali aggettivi definiresti il tuo lavoro?
Entusiasmante, sfidante e appagante.
Entusiasmante perché progettare per me è come dare vita a un futuro alternativo: dove prima non c’era una data possibilità, vincendo un bando o un avviso, si apre la porta a qualcosa di nuovo, auspicabilmente migliorativo e benefico per tutt3 quell3 coinvolt3. Sfidante perché a volte non è così semplice far trasparire tutto il buono del proprio progetto, la competizione è alta e ci sono molti ostacoli sul percorso. Appagante perché incontro persone fantastiche, grazie all3 qual3 imparo ogni giorno qualcosa di nuovo, sul mondo e su di me.
3) Quali sono le sfide che affronti sul luogo di lavoro?
Una sfida tra tutte è sicuramente quella rappresentata dalle scadenze. A volte per chiudere in tempo una certa attività, la stesura di una proposta progettuale, un report ecc. bisogna mettere il turbo e la pressione può far commettere degli errori! Allora bisogna ricontrollare, soprattutto se si ha a che fare con il budget, e fare un grande respiro! Alla fine però, con l’aiuto dell3 collegh3, si riesce a far tutto.
Un’altra sfida è riuscire a trasmettere agli enti finanziatori il valore dei propri progetti, dei propri interventi, delle proprie idee: spesso non è semplice far capire che, seppur breve e semplice, un progetto può avere tantissimi risvolti positivi, anche di lungo periodo.
4) Quali sono invece le gratificazioni maggiori? C’è un episodio/traguardo lavorativo che ti ha dato molte soddisfazioni?
La gratifica più grande è quando – suonerà banale ma è così – vedo che il mio lavoro ha degli effetti positivi sull3 altr3: beneficiar3, collegh3, l’Associazione stessa. O quando si creano relazioni ottime con i partner di progetto che tornano a contattarti per ideare nuovi interventi.
Per me, per esempio, è una grande soddisfazione lavorare all’orto a Castel di Guido insieme all3 volontar3 di PeopleTakeCare perché molt3 di loro sono ex-beneficiar3 di progetto e, pur non essendoci ora nessuna indennità di presenza o altro, continuano a venire per passare del tempo di qualità insieme, a contatto con la natura, pensando al prossimo solco da coltivare, pregustando il sapore del pomodoro che verrà, ascoltando i suoni degli animali nei dintorni… Si pensa che per stare bene sia necessario possedere tante cose o intraprendere grandi avventure, lavorative o personali…mentre a volte basterebbe godersi della buona compagnia, impegnandosi in un progetto comune.
5) Cosa pensano gli altri di quello che fai?
A volte quando spiego che lavoro faccio alcune persone, soprattutto quelle estranee al Terzo Settore, mi guardano con un enorme punto interrogativo sulla fronte. Altre volte reagiscono con grande slancio e ammirazione, perché pensano che per aiutare l3 altr3 si debba per forza svolgere un lavoro come il mio, o simile. Quello che mi sento di consigliare è “fate sempre quello che vi rende più felici senza nuocere a nessunә: se volete aiutare le persone, anche il volontariato è un’ottima opzione; se volete fare qualcosa per voi stess3, ben venga, che il mondo ne guadagna ad avere una persona felice in più”.