La Giornata Mondiale del(lə) Migrante: Celebrando la Diversità e l’Inclusione
Ogni anno, il 18 dicembre, il mondo si unisce per celebrare la Giornata Mondiale del(lə) Migrante, un’occasione per riflettere sulle sfide affrontate dallɜ migrantɜ in tutto il globo e per analizzare e comprendere le motivazioni che si celano dietro il bisogno o la volontà di migrare.
La migrazione è un fenomeno intrinseco alla storia umana che plasma culture, economie e società. La Giornata Mondiale del(lə) Migrante offre l’opportunità di onorare la determinazione e la resilienza di coloro che hanno lasciato le proprie terre d’origine in cerca di una vita migliore. È un momento per riconoscere la diversità come un valore aggiunto e promuovere una cultura di accoglienza e integrazione.
Negli ultimi 30 anni, l’Italia è diventata ancora di più un punto di arrivo per i forti flussi migratori per via della sua posizione strategica nel Mar Mediterraneo. Dal 2011 a oggi, i flussi sono diventati sempre più massicci, diventando forte oggetto di dibattito politico. Le principali ragioni della migrazione sono i crescenti squilibri socioeconomici, politici e climatici e la volontà di un miglioramento delle condizioni di sopravvivenza per sé e le persone care.
Il 18 dicembre del 1990, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione Internazionale sulla protezione dei diritti di tuttɜ lɜ lavoratorɜ migranti e dei membri delle loro famiglie, all’interno della quale si stabiliscono delle direttive internazionali sulla salvaguardia dei diritti del(lɜ) lavoratorɜ migranti con lo scopo di eliminare lo sfruttamento e contrastare azioni illegali.
Questo documento è entrato in vigore nel 2003 ma non è ancora stato approvato dall’Italia, Paese costituito dall’8,8% da popolazione straniera, di cui la maggior parte proveniente da Marocco, Albania, Ucraina e Cina.
All’interno del nostro Paese, vi è la convinzione socioculturale che le migrazioni riguardino prevalentemente il genere maschile; al contrario, non sono poche le donne che intraprendono il percorso migratorio in cerca di una condizione di vita migliore.
A tal riguardo, riportiamo parte dell’intervista fatta a Noemi Botti, Assistente Sociale presso la Comunità Donna “DON ORIONE – CAMILLUCCIA” e Comunità Donna “DON ORIONE – CASSIA”, che organizza percorsi di reinserimento sociale per donne in difficoltà, fuoriuscite o in fuoriuscita da situazioni di violenza e/o sfruttamento. L’obiettivo dell’accoglienza in comunità alloggio è “procedere con percorsi di sostegno finalizzati alla riacquisizione della capacità di scelta, di autodeterminazione e consapevolezza” – ci racconta Noemi. Il percorso è diviso in diversi momenti, dalla costruzione della fiducia tra le donne e la Comunità stessa, al conseguimento della licenza media, “fino ad arrivare ad azioni di integrazione sociale e ricerca lavoro che restituiscono alle donne la possibilità di riprendere in mano la propria vita”.
Proprio il tema della fiducia è uno dei tasselli più critici per le donne che hanno subito violenza, in quanto è proprio quest’ultima a essere stata più volte violata da persone vicine. Per aiutare veramente le donne migranti, bisogna studiare il loro background socioculturale, mettendosi costantemente a disposizione, soprattutto nell’ascolto “mostrando estrema comprensione riguardo le scelte migratorie, rispettando le fragilità e i tempi, aiutandole ad accettare, e affrontare, gli impegni che a loro sembrano insostenibili”.
È sempre più importante cerebrale giornate come questa, affinché i diritti umani diventino priorità di tuttɜ.